Il governo italiano insiste per incentivare l’incremento dei download dell’app Immuni: tra i modi per renderla popolare c’è la campagna per promuovere l’uso dell’applicazione per il tracciamento dei positivi al coronavirus che da metà ottobre dialogherà con le sue omologhe in Europa.
Questo risulterebbe essere uno dei pochi modi per tracciare e provare a far scendere i contagi. All’iniziativa, “hanno aderito tutte le testate giornalistiche, pubbliche e private”, sottolinea il premier Giuseppe Conte che non esita a definire “un obbligo morale partecipare a questo programma. I dati restano anonimi, la geolocalizzazione è disattivata”, sottolinea.
Secondo gli ultimi dati sono 6,7 milioni le persone che hanno scaricato Immuni, attualmente usata da circa il 18% della popolazione italiana tra i 14 e i 75 anni che possiede uno smartphone: una percentuale lontana dall’obiettivo del 60% affinché il sistema sia efficace nel contenere la pandemia.
All’invito si è fatta trovare pronta la Fieg: “L’informazione quotidiana e periodica su carta e online promuove l’utilizzo dell’app Immuni e conferma il proprio ruolo di servizio al pubblico, invitando a comportamenti attivi e virtuosi i lettori”, rileva Andrea Riffeser Monti.
Dopo aver svolto “una importante attività di contrasto alla pandemia con notizie corrette, verificate e attendibili”, il ruolo degli editori è quindi quello di pubblicizzare l’applicazione e tentare di formare civilmente e assennatamente i cittadini di oggi e di domani.
Alle testate che nel week end rivolgeranno un messaggio ai cittadini affinché scarichino Immuni arriva il plauso del ministro della Salute, Roberto Speranza, e del sottosegretario all’Editoria, Andrea Martella: “Riteniamo che la stampa possa essere di aiuto nell’ampliare la platea dei cittadini dotati di questo strumento tecnologico ai fini della prevenzione del rischio da contagio. Siamo a un punto cruciale nella battaglia contro il coronavirus e dotarsi di questa app significa tenere lontano anche il rischio di nuove restrizioni che impatterebbero negativamente sul Paese proprio mentre sta ripartendo”.
Nel mondo politico non mancano resistenze: “Io non scarico proprio nulla”, premette il capogruppo FdI alla Camera, Francesco Lollobrigida, che chiede piuttosto “informazioni puntuali sulla condotta e sulle azioni del governo proprio in materia di trasparenza e responsabilità”. “La battaglia contro il coronavirus, facciamola insieme, maggioranza e minoranze”.
Scaricare l’app Immuni è avere nel proprio telefonino uno strumento di protezione in più”, replica il capogruppo Pd a Palazzo Madama Andrea Marcucci.
L’utilizzo dell’applicazione non dovrebbe essere precluso a nessuno; in un mondo strettamente connesso come il nostro risulta però difficile credere che circa il 72% degli italiani non usi internet o uno smartphone con continuità, basta girare per le strade per accorgersi del contrario.


La funzione primaria di Immuni è quella di tracciare i movimenti del proprietario del device e di notificargli in caso sia entrato in contatto con qualcuno positivo al Covid-19.
Nonostante una ferma opposizione di una parte del paese (fondamentalmente la compagine Salvini-Meloni), la maggioranza degli esponenti dei partiti italiani si dicono a favore dell’utilizzo massiccio e massivo dell’applicazione.
Coloro i quali vanno contro la diffusione dell’applicazione tentano di avvalorare le proprie tesi dicendo che la geolocalizzazione può essere usata per immagazzinare dati sulle nostre abitudini e quindi contro di noi; non sapendo che però la maggior parte delle applicazioni richiede di poter utilizzare la nostra posizione a fini simili e, non ultimo, Immuni non utilizza la nostra posizione per altro che sia la combinazione di tracciamento, al fine di scoprire se siamo entrati o no in contatto con una persona positiva al virus Sars-Cov-2.
In ultimo, conviene a tutto il popolo italiano scaricare l’applicazione: ai deboli per potersi tutelare in tempo, a coloro i quali si muovono spesso (per lavoro si spera) in modo da poter evitare di contagiare le persone più a rischio, e nel complesso a tutti, per evitare la diffusione capillare e far sopravvivere la maggioranza del paese alla nuova ondata.
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