La stagione invernale si avvicina e tra impianti aperti e chiusi,c’è molta confusione nelle menti degli amanti dello scii.Il Covid ha attanagliato anche il mondo degli sport invernali.Cosa c’è da sapere a riguardo?
Cosa ci dice il nuovo Dpcm
Il Dpcm firmato dal Presidente del Consiglio Conte, in vigore dal 26 ottobre, sancisce la chiusura degli impianti sciistici ad amatori e al grande pubblico in generale. Viene fatta eccezione per gli sciatori professionisti e non,riconosciuti dalle federazioni di categoria,i quali svolgono attività di preparazione in vista di competizioni nazionali e internazionali.
<<Sono chiusi gli impianti nei comprensori sciistici;gli stessi possono essere utilizzati solo da parte di atleti professionisti e non professionisti, riconosciuti di interesse nazionale dal Comitato olimpico nazionale italiano (CONI), dal Comitato Italiano Paraolimpico (CIP) e/o dalle rispettive federazioni per permettere la preparazione finalizzata allo svolgimento di competizioni sportive nazionali ed internazionali o lo svolgimento di tali competizioni>>
Resta però un barlume di speranza per gli amanti degli sport invernali in quanto il decreto lascia spazio alle regioni. E’ presente infatti una deroga per l’apertura agli sciatori amatoriali consentita<< solo subordinatamente all’adozione di apposite linee guida da parte della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e validate dal Comitato tecnico-scientifico, rivolte ad evitare aggregazioni di persone e,in genere,assembramenti>>
Le polemiche
La scelta presa dal governo sul chiudere gli impianti sciistici ha causato non poca indignazione e scalpore.Probabilmente la decisione del governo è stata presa anche considerando i video comparsi sul web riguardo forti assembramenti in rinomate località sciistiche. Infatti,nella località di Breuli- Cervinia,si sono riscontrati circa 2000 ingressi la domenica del 25 ottobre suscitando una polemica virale sui social con moltissimi video riguardanti infinite file all’ingresso della funivia dell’impianto. Secondo l’Ad di Cervinia S.P.A Matteo Zannetti,la società che gestisce l’impianto nonostante l’ingente numero di persone ha soddisfatto tutte le norme anti-covid contingentando le file e aumentando i distanziamenti.Anche l’assessore regionale agli impianti funiviari Luigi Bertschy si è espresso a riguardo in risposta alle critiche mosse sui social complimentandosi con la Cervinia s.p.a per l’ottima gestione dell’impianto.


I costi degli impianti per gli sport invernali
Con lo sviluppo delle tecnologie riguardo soprattutto le piste e a seguito del problema sempre più evidente del ”global warming” le strutture sciistiche ricorrono sempre di più alla neve artificiale.I costi attuali per poter innevare una pista di buon livello si attestano intorno ai 150 mila euro. Guardando gli impianti più importanti,i quali possiedono più di 20 piste,possiamo renderci conto dei grandi investimenti che devono affrontare le società che posseggono queste strutture.
Secondo le previsioni dell’Anef,quest’anno dati gli investimenti,la maggior parte degli impianti rischia di andare in rosso prima ancora di aprire minando un settore che conta migliaia di dipendenti. Infatti, prendendo in esempio la già citata Cervino s.p.a, questa prevede la cassa integrazione per 130 dipendenti,tra stagionali e a tempo indeterminato,senza considerare, che in Regioni come la Val d’Aosta e il Trentino-Alto Adige,il turismo invernale rappresenta il tra i maggior indotti economici delle rispettive regioni.
Quando si tornerà a praticare sport invernali?
Le misure del decreto saranno valide fino al 24 novembre e quindi vale lo stesso per il settore turistico invernale.L’Anef (associazione nazionale esercenti funiviari) ha pubblicato una bozza riguarda la regolamentazione dell’accesso alla funivia: sanificazione delle strutture;misure per evitare il congestionamento e file numerose;riduzione della portata di funivie e cabine.La parola passa dunque al CTS,che valuterà se procedere o meno. Sta di fatto che si rischia di creare un paradosso siccome Francia,Austria e Svizzera nonostante anche loro stiano affrontando l’emergenza (la Francia conta 40 mila casi giornalieri),hanno deciso di rimanere gli impianti aperti rendendo solo la nostra sponda delle Alpi senza turisti.Per il momento quindi solo gli Italiani non saranno in grado di sciare o di godersi semplicemente una giornata in montagna.
Per altri consigli su come gestire al meglio il periodo post-quarantena e molto altro,continua a seguire il nostro blog.
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